mercoledì 31 dicembre 2003

[desiderio]

Si impone. È vano scacciarlo. Mi prende da dentro. Denso e piano. Fino a che non lo assecondo consapevolmente con il pensiero e le emozioni. Si accavallano sensazioni presenti e ricordi, immagini che ritornano e fantasie da giocare. Una perfetta sintonia di mentale e carnale che sprigiona la sua forza nella pelle e nei sogni. Lo sento nella pianta dei piedi che sale a propagarsi nelle gambe, nelle viscere, fino alle mani che vibrano le dita a scoprire la sua pelle da accarezzare. Il mio seno cerca i suoi baci, i miei occhi anelano ai suoi. Rivedo il suo sorriso e i peli morbidi del suo petto, lo vorrei a danzare dentro di me, le mie labbra a cercare le sue dopo avere indugiato dove più è sensibile. Armonia di anima e sensi che dimentica il tempo e lo spazio.

lunedì 22 dicembre 2003

[un orgasmo cosmico]

(raccontato da mariemarion) ...un rito che inizia da uno sguardo e con gli occhi racconti la vita intera dell'universo... Come la Nona di Beethoven. Se incominciasse dal Die An Freude, direttamente dall'Inno alla Gioia, perderebbe la magia costruita sapientemente da quell'alieno di Ludwig. Il quale, tra un tramorire e l'altro dei timbri, ogni tanto butta lì il tema, un paio di note, messe lì sembra per caso... ta ta tatta e poi riprende a rumoreggiare coi suoi timbri, incazzato iena come dio che s'affaccia dalle nubi in tempi come questi. Poi, tra un temporale e l'altro, rieccolo, quel tema lì, di nuovo gettato per caso, come un fiorellino che sta lì, nessuno se n'accorge... tatta tta tta tta... finché, dopo averlo assaporato, e ce l'hai nel sangue, l'aspetti ma lui te lo rimanda indietro come un orgasmo abortito e poi lo riprendi e ti sembra... sì adesso arriva... la sai a memoria quella Nona lì ma non ricordi mai... Freude ...esplode l'Inno che non te l'aspettavi più. Esplode il creato in un orgasmo cosmico... T'accasci, dopo le ultime note, come dopo un amplesso vero.
Così, accade che ti piaccia qualcuno. E se nata non sei cretina t'accade che non ti metti a fare i soliti risolini, a guardarlo di straforo rischiando che lui becchi in pieno la tua occhiata di straforo. Gli piazzi i fari negli occhi. Secondi eterni all'interno dei quali devi raccontare il tuo sé la tua voglia di lui il tuo essere qualcosa che non gli è mai accaduto e mai più gli accadra... l'intera storia dell'universo... la magia... E non abbassi gli occhi, né li giri, semplicemente guardi oltre di lui, come nel vuoto, come nell'universo dal quale provieni. Pochi secondi per farlo innamorare... se porti dentro la magia dell'universo, l'intera forza del cosmo. Poi capita che il primo contatto è per telefono, quando non si è liberi. Allora invece degli occhi deve parlare la voce, che non parla... Si tratta di inviare le vibrazioni del proprio esistere oltre il filo dei chilometri. Un sussurro, un tono stonato verso il basso, una carezza, visualizzi te a sfiorare lui e non c'è bisogno che tu aggiunga altro, lui già ti vuole più d'ogni altra cosa al mondo. Anche se non lo dirà. È un uomo. Allora accade il più bello: raccogli la sfida dell'uomo, il tuo perenne amico nemico, colui per il quale soltanto hai deciso di ritornare su questo fetido pianeta. Lo vuoi ma non lo vuoi vinto. Lo vuoi vincitore ma non vinta tu. La schermaglia diventa guerra oltre i limiti della Razionalità, la Passione contro la Ragion Pura. L'eterna lotta dell'universo contro se stesso si racchiude in quelle due anime che sfidandosi al massacro, cominciano a massacrarsi. Altrimenti... troppo facile la preda, finito in un bicchier di noia, in un letto sfatto il senso stesso dell'Amore... Nessuno me l'ha insegnato. Sono cose che si imparano durante i secoli. Forse ero io quell'amante di un papa di cui si vantava mia madre. Io so soltanto che vederlo fremere sotto le mie labbra è già un trionfo. E ancora non ci si è scambiati neanche un bacio. Se capita, e spesso è capitato, mai mettersi frettolosamente le mani addosso, mai buttarsi volgarmente sul letto. L'Inno alla Gioia è un tema abortito che mentre lo ignori e lo soffochi dentro di te... cresce... e cresce fino a diventare tripudio... Sfiorarlo appena con le punta delle dita, e sentirlo gemere. E scappare ridendo. Sentire il suo desiderio spingersi contro di te. E scappare ridendo. Sentire che tra un po' ti ucciderà se non... e baciarlo e scappare e baciarlo e ancora scappare. Finché non ce l'hai inginocchiato avanti a te, l'eterno amico nemico, l'Uomo! Lo domini e conduci il gioco. È tuo mentre gli sussurri sono tua... e mille altre carezze in punta di voce, mai volgari anche se al massimo dell'oscenità e oltre... Tu lo sai che non avrai mai il suo sacro cervello. Ma se Donna sei con la D maiuscola puoi averlo ai tuoi piedi. Per quel tanto che basta a sentirti vincitore di una guerra al massacro.
Poi, semplicemente lo accarezzi fumando la sigaretta con lui, in silenzio, rispettando il suo "dopo" che è sempre oscuro, triste, senza fare domande, senza esserci. Dopo lo ami... e basta. Dopo dai la tua vita per lui... Sapendo che lui non darà la sua vita per te, o non sarebbe la Ragion Pura. Ma lui una cosa non la sa. Che mentre ti crede ai suoi piedi tu già stai guardando oltre di lui alla ricerca di un altro orgasmo cosmico. Che accadrà.
Loro non lo sanno mai. Mio marito sì, lui è un genio. Per questo mi tiene segregata. E mi rispetta come la cosa più preziosa al mondo, più di un Renoir autentico. E mi tiene nascosta... Ma io che ci posso fare. Io vi adoro tutti...
Questione di vibrazioni cosmiche...
Bea

sabato 13 dicembre 2003

[ammore]


L'ammore avess' 'a essere
'na cosa fatta 'e zucchero,
'na cosa doce e semplice
tutta sincerità.
Duje piette ca suspirano,
ddoje vocche ca se vasano,
duje core ca se fonneno
fino all'eternità.
(di Antonio De Curtis, in arte Totò)

lunedì 8 dicembre 2003

[poesia]

Amavo molto la poesia da ragazza (scrive Simona). Non ne ho mai scritto una, non per lucida consapevolezza dei miei limiti, ma per affetto e rispetto nei confronti dei miei amici cui ho risparmiato l' incubo del "Che ne pensi?" E poi la poesia d'amore perfetta, quella che avrei voluto davvero scrivere, quella che dice l'indicibile con poche righe in realtà è già stata scritta da una donna moltimoltimolti anni fa. Sto parlando del frammento Diehl 2 di Saffo. Comincia più o meno così:
A me pare uguale per felicità a un dio
quell'uomo che di fronte ti siede
e da vicino ti ascolta dolcemente parlare
e d'amore ridere un riso...

Qualcuno di voi ne avrà senz'altro una traduzione migliore da qualche parte tra i suoi libri... perchè non la mandate via e-mail?
Simona
P.S.: Catullo ci ha provato, ma, ahimè, era poeta e in realtà l'ha riscritta, non tradotta.

domenica 7 dicembre 2003

[perdere]

Diventiamo così fragili quando siamo convinti di avere tutto da perdere, che dimentichiamo che l'unico rischio vero è perdere quello che siamo veramente. E mentre lo dimentichiamo finiamo davvero per perderlo, perchè la paura ci fotte. (diceva in)
E Bea commenta:

Il segreto? NON aver mai nulla da perdere. Bisognerebbe esercitarsi quotidianamente con la morte e paragonarla ad ogni evento da affrontare. Immaginare cioè che si sia sempre agli ultimi minuti di vita, e allora sì che arriva la sana follia per alzare quel cazzo di telefono e dire ti amo.
Vi voglio bene,
bea

venerdì 5 dicembre 2003

[passione]



Flor Andaluza
Te quiero y porque te quiero / no tengo miedo de morir
Huaca de mi sentido / ya jadeo mirándote así
Te quiero porque ya huelo / tu deseo que todo va a envolver

Te miro y porque te miro / querida, sé lo que es vivir
Dueña de mi canciones / mojados mis labios son por ti
Te miro porque hay un hueco / tu nombre que puede enloquecer

Lejos de ti aún siento / el aliento de tu piel
Dorada pero no entiendo / si llores como llorasTe
quiero y porque te quiero / no tengo miedo de quedarme aquí
Tu fiebre me quema y solo / espero el día de tu volver
1996, Zu per Pontebragas

(traduzione a cura di Giulio Pianese)


Fiore andaluso
Ti amo e poiché ti amo / non ho paura di morire
Tomba del mio senno / ustolo già solo a guardarti
Ti amo perché fiuto / il tuo desiderio che avvolgerà ogni cosa

Ti guardo e poiché ti guardo / amore, so che cos'è vivere
Signora delle mie canzoni / le mie labbra bagnano in te
Ti guardo perché c'è un vuoto / il tuo nome che può fare ammattire

Lontano da te eppure percepisco / il respiro della tua pelle
dorata però non capisco / se piangi come piangesTi
amo e poiché ti amo / non ho paura di restare qui
La tua febbre mi brucia e aspetto solo il giorno del tuo ritorno

mercoledì 19 novembre 2003

[sguardi]

Ti rimiro, mi tuffo nel profondo della tua pupilla e mi rispecchio nella tua iride. Lo sguardo mio riflesso nel tuo mi restituisce un io che si sdoppia e si perde, scoppia smarrendosi in te che guardi e mi guardi, raddoppia riconoscendosi nel tuo riconoscimento. E nel contempo tu ti rivedi nel mio sguardo, mentre le identità si moltiplicano come le visioni, si dividono come allo specchio, per poi ritrovarsi intere nel tutto.

domenica 16 novembre 2003

[meravigliose labbra]


Grazie alla vita che mi si fa musa
a te modella splendida radiosa
grazie alla fica che mi fa le fusa
e mi riaccende voglie senza posa.

Io lambirò quei petali di rosa
finché la mente tua sarà confusa
amo goder con te che sei golosa
di chi con tanta voluttà t'annusa.

Ci scambieremo amore alla rinfusa
mille carezze abbracci baci a iosa
finché di nuovo ai miei sapori adusa
e io ai tuoi sarai mia eterna sposa.

sabato 15 novembre 2003

Qual è il femminile di pompino?

(risponde la stuzzicante FDL) Quante parole, quante espressioni più o meno colorite per descrivere il sesso orale praticato a un uomo. E per quello praticato alla donna? Una sola, freddina, asettica, che in sé non porta nulla di sensuale: "cunnilingus". Avanti, troviamo il degno femminile di "pompino", diamogli la luce e la sugosità linguistica (!) che si merita! Io propongo "arpeggio di lingua". Immaginate di dirlo in un orecchio al vostro amante. Suona decisamente meglio di "Amore, cunnilingami un po' ", no? :-)
fdl

martedì 11 novembre 2003

Ma quanti amori esistono nel mondo?

Certo sono tutti il dispiegarsi nel concreto di un unico amore. Che prende le forme delle persone e delle circostanze che incontra. Ma poi anche le informa e le trasforma. Quanta forza ha l'amore? Devastante potenza che crea e dilania. Ma vivere, anche solo per quell'attimo infinito, l'esperienza orgasmica del piacere vibrante in comunione profonda con il partner e con se stessi, e di qui attraverso fino a respirare l'armonia del cosmo intero, vale il rischiare la sfida.
E il bello è che a tale semplice profondità ci si arriva attraverso il gioco e la leggerezza: lo sfiorarsi delle menti, l'indagare le emozioni, il solleticare la pelle e il godere libero delle sensazioni.
Sembra quasi troppo bello per essere vero.

venerdì 7 novembre 2003

[odore]

"...il prossimo con cui andrò sarà colui che mi leverà di dosso l'odore del mio ex una volta per tutte" (scrive la dolce FDL). Difficile liberarsi degli odori. Col tempo nella memoria le facce sbiadiscono, anche le voci dopo un po' perdono identificazione, ma gli odori mai. Ed è l'unica forma di ricordo che ti si ricrea materialmente. Quando ricordi un odore, non lo ricordi a livello accademico, lo ri-senti proprio, fisicamente. È una specie di piccola resurrezione che si porta dietro poi tutto il carrozzone delle cose, persone, emozioni legate a quell'odore. È la forma di memoria più concreta che esista.
fdl

giovedì 6 novembre 2003

[silenzi]

So che avrei dovuto confessarle questo desiderio. Dirle anche che volevo sposarla. Che diventasse mia moglie, veramente. Forse avrebbe detto di no. Ma tutto sarebbe stato più chiaro tra noi. Perché il sì e il no sarebbero stati pronunciati nella semplicità della gioia di vivere insieme. Ma ero rimasto zitto. E anche lei, ovviamente. E quel silenzio, allontanandoci uno dall'altra, ci aveva separati.
(Jean-Claude Izzo, Solea)

venerdì 31 ottobre 2003

[baciare]

"Ah, questo uso delle parole... tu non sei uno che slingua, tu sei uno che bacia!"
"Beh... grazie."

domenica 26 ottobre 2003

[karma]

Interazioni particolari, formule combinatorie che si rivelano evolutive all'avvicinamento di due anime: scatta qualcosa di speciale, una commistione inspiegabilmente più salda del ragionevole o del previsto, un innamorarsi fino a toccare il sé superiore.

[chimica]

Combinazioni particolari, formule di interazione che si rivelano esplosive all'avvicinamento di due corpi: scatta qualcosa di speciale, un'attrazione inspiegabilmente più forte del prevedibile o del già vissuto, un attizzarsi fino a perdere il controllo.

giovedì 23 ottobre 2003

[sensi]

ritrovo te nel ricordo che alberga nei miei sette sensi: gusto, udito, tatto, olfatto, vista, amore e anima.

martedì 21 ottobre 2003

[olfatto]

Ti sento. Percepisco fisicamente il tuo odore anche a distanza di tempo e di spazio. Le fragranze che hanno contraddistinto le migliaia di istanti condivisi continuano a farsi presenti avvolgendomi sensi e anima. E forse l'odore è il trait d'union tra corporeo e invisibile, l'aggancio che permette di innalzarsi senza perdere contatto con la spettacolare bellezza dello splendore terreno incarnato.

lunedì 20 ottobre 2003

[tatto]

Amare con le mani. Sfiorare la cute coi polpastrelli, appoggiare le unghie sui capezzoli, sentire la sua pelle che freme al tuo tocco, percepire il vibrare, quasi un ritrarsi, dell'epidermide. Affondare le dita e stringere. Accarezzare, lusingare e giocare. Amare con la pelle. Ascoltare il proprio corpo e fondersi con la superficie amplificandone attese e reazioni. Ricercare la sua pelle umida, in adesione totale alla tua. Percepirlo dentro e fuori, in una danza che dall'epidermide va a toccare l'anima.

[udito]

Il tuo fiato veloce, il suo cuore che batte. Sottili gemiti e densi respiri. La musica di sottofondo che diventa armonia dei corpi. Il ritmo del movimento, il rumore della pelle contro la pelle, il silenzio pieno del piacere. La musica del mondo che vibra con te.

[gusto]

L'amaro della pelle da assaggiare. Il salato del sudore da raccogliere con le labbra. Il denso dolce improvviso del frutto dell'amore e i mille gusti che la sua bocca ti porta dalle zone di te che ha esplorato.

domenica 19 ottobre 2003

Nada


El día que te acerques
Vendrán mujeres muchas,
Vendrán morenas bellas
Y vendrán dulces rubias

A disputarte; y ellas
Harán, con donosura;
Tu elogio, por lograrte,
Sin acertar ninguna.

Y yo no tendré miedo
De morenas ni rubias
Pues cerraré los ojos
Y te diré- Soy tuya

di Alfonsina Storni
(segnalata e tradotta in italiano da Valeria)

Nulla
Il giorno della tua venuta
tante femmine giungeranno
belle brune e dolci bionde verranno
per conquistarti
graziose, il tuo elogio ambiranno
senza riuscirci nessuna.
E io non avrò paura
di bionde e di brune
perche chiuderò gli occhi
dicendo: Sono tua

sabato 18 ottobre 2003

[mani]

(scrive Auro) Mettere le proprie mani nelle mani degli altri non perché debbano essere scaldate ma perché si parlino, le tue mani e quelle degli altri. Perché sono già abbastanza calde e hanno voglia di raccontare. L'importante è riconoscere nelle mani degli altri quelle che hanno qualcosa da dire e che sanno ascoltare e non quelle che sanno solo far da scaldino o hanno poca pazienza.

venerdì 17 ottobre 2003

L'amore

(scrive Carlo Molinaro) è nello sguardo quando gli occhi s'incrociano. È lì la gioia. Non c'entrano le altre storie.

martedì 14 ottobre 2003

Amare.

(scrive Bea) Tutti amano lui, tutti amano lei. Be', io amo il mondo. All'interno del quale ci sono tantissimi lui, tantissime lei, tanti bambini, tanti vecchi, tante persone che passano e che cercano un sorriso. Allora, forse, e neanche lo so, si può dire di essere riusciti ad amare lui o lei soltanto. Tutti o nessuno. Io ne sono convinta, ormai. E dunque tutti vi abbraccio.
bea

lunedì 13 ottobre 2003

[sonno]

addormentarsi abbracciati è un muto discorso di mutuo abbandono, immobile danza, totale fiducia, carezza d'amore tra i corpi e complice intreccio di anime.

domenica 12 ottobre 2003

[Tempo]

, ampio e impervio
nei dì del namoro,
incombi
come barriere distratte
d’aria senza respiro;
da Lei, che amo
d’anni luce privi il tepore.
Negli sfoghi
di sfinite passioni
ti invochiamo i rintocchi,
per porre rimedio
al male d’amare
quando cala l’ardore,
e ci vuol tempo,
ci vuol tempo,
tempo,
ma l’amore non torna,
ma ci vuol tempo,
ci vuol tempo,
tempo.
Tempo,
lessico d’amore finito.

venerdì 10 ottobre 2003

Complimenti.

C'è modo e modo di farli... ma a volte è proprio impossibile trattenersi dal dire: "Hai degli occhi così belli che riesco perfino a guardarteli senza scendere subito alle tette".

mercoledì 8 ottobre 2003

[amore]

L'amore totale è quello che rende speciale ogni momento vissuto e raddoppia l'intensità del vivere attraverso la condivisione in sintonia con un altro essere.

lunedì 6 ottobre 2003

Eufemismi II.

"Il miglior modo per dimagrire è sostituire la pausa pranzo con..."
"Una pausa coccole", concluse lei.
Fu strano per me trovare perfette quelle parole, parole che uscendo da altre bocche mi sarebbero sembrate insopportabili, come i cuoricini rosa disegnati a punteggiare le "i" sui diari delle mie compagne alle scuole medie. L'eufemismo sosta per un istante sulla linea di confine tra ipocrisia e sensibilità: il versante su cui planerà dipende da chi lo usa.

domenica 5 ottobre 2003

C'è una specie d'amore che uccide

(scrive Bea). Val bene saperlo. È l'amore non corrisposto. Credo che bisognerebbe svegliarsi un mattino e prendere atto del non essere amati. È un gesto di orgoglio, di salvaguardia della propria dignità, di non offesa per la propria intelligenza. Poi si muore, come il cuculo che intonando l'ultimo meraviglioso canto si getta nella spina più aguzza del roveto più pungente. Ma almeno si muore con dignità.
bea

sabato 4 ottobre 2003

Le emozioni dell'amare.

Sono stata bene. Nel pregustare dell'attesa, nel vivere la concretezza estemporanea, e dopo. E me ne stupisco sempre. Mi stupisco delle sensazioni che provo e di quanto sia naturale. Non credevo fosse possibile sentire così il proprio corpo e quello dell'altra persona... E non credevo fosse per me possibile vivere una esperienza come questa. Mi imbarazza il mio entusiasmo ed il mio stesso stupore. Ma lo accolgo. E questo stupore è prezioso. Mi stupisco e mi entusiasmo con quella volatile leggerezza del non "volere" nulla e di vivere l'attimo; senza per questo rinnegare il tempo ed il mondo attorno, che anzi ne viene vivificato anch'esso. Così ne approfitto per tenere aperta un po' più a lungo quella porta dimensionale sugli universi paralleli, e indugio sulla soglia, riassaporando e stupendomi ancora; prima di ritornare, arricchita, alla mia vita di qua dalla soglia.

"Ti amo".

La prima volta che dici ti amo a qualcuno non è roba da niente. Parlo di quando lo dici sentendolo, quando dirlo non è legato a un semplice entusiasmo momentaneo o guidato dall'eccitazione circolatoria. Lo dici perché è inevitabile, lo affermi perché è indiscutibile, perché i tuoi se e ma non reggono più alla spinta potente che ti percuote il sentire, che ti scuote anima e corpo.
Anche la prima volta che qualcuno ti dice ti amo è una bella scossa. Parlo di quando lo dice sentendolo, guardandoti nel brillare degli occhi dai suoi che brillano a loro volta con sognante incredulità. Lo dice perché è inevitabile, lo constata e te lo comunica perché sa che è vero, che tu sai che è vero, perché sente che tu lo senti e non riesce a negarselo malgrado una cocciutaggine planetaria.
E se i momenti in cui glielo dici e te lo dice coincidono la magia si moltiplica, stupenda, di quello stupore che ti fa capire quanto sia bello, quanto è bello infrangere pudori sentimentali. Anche il sentire, talvolta, preferibilmente, ha bisogno del dire.

Eva, le tue parole

(scrive Bea) onorano l'amore. Che nel tuo caso assurge a sentimento universale. Grazie, non ho parole. Se non un sentimento di stima profonda. E di solidarietà infinita.
Bea

venerdì 3 ottobre 2003

Mi disse una volta una persona

(scrive Bea): secondo me coi preti si viveva meglio. Era un bestemmiatore agnosta come me. Ma il senso di quelle parole si riferiva proprio alle cose del post qua sotto, naturalmente mi sono dimenticata il nome chiedo venia. [Serendip, ndz]
È, il linguaggio dell'amore, qualcosa che pochissimo ha a che fare con le parole. Un incrociar di sguardi per sedurre e lasciarsi sedurre, un... no belli, troppo comode le mie lezioni gratuite.
Voi... scopate, io e la signora qua sotto... amiamo.
Noblesse oblige.
AffettuosaMenteBea (e nessuno s'offenda per la mia celia)

giovedì 2 ottobre 2003

Eufemismi.

Ci fu un tempo in cui m'infastidivano. Poi capii pienamente la differenza tra scopare e far l'amore. Il difficile è spiegarla a parole, ma ci proveremo, nei modi che sapremo trovare.

Benvenuti!

(scrive Bea di mariemarion). Neanche "scopare" mi piace, anzi mi fa orrore. Se lo uso è sempre per svilire la gente che mi fa paura, o per esorcizzare il dolore che solo attraverso il linguaggio hard riesce a non trasformarsi in pietra granitica e dunque a uccidere. Per liberare la rabbia insomma, ma parlo per me.
Apprezzo l'idea di restituire all'amore il suo lessico naturale, magari ogni tanto vorrei trovarci Leopardi o Petrarca qua dentro, che ne dite? Senza offesa per nessuno... ma se non lasciamo parlare loro chi può arrogarsi il diritto di parlar d'amore? Una poesia ogni tanto, che vi costa? E comunque grazie per l'idea e per le parole.
Ciao Femme Fatale, peccato che questo nick l'abbia già preso tu altrimenti te lo fregavo, mi piace.
bea

Anche a me

(scrive Carlo Molinaro) non piace l'uso dell'espressione "darla".
Credo che il verbo migliore oggi per indicare nel linguaggio quotidiano l'atto sessuale sia "scopare", nella forma intransitiva "scopare con" (valido per entrambi i sessi) e non in quella transitiva "scopare + compl. oggetto", che ha tradizione più maschilista ("egli l'ha scopata", raro "ella l'ha scopato").
"Scopare" è migliore di altri sinonimi come "fottere", "trombare", ecc., perché non ha uso metaforico negativo. Di persona ingannata e delusa si dice infatti che è stata fregata, fottuta, trombata, ma non "scopata".
Carlo

mercoledì 1 ottobre 2003

Scoprire il Piacere dell'Amore

e vanamente verbalizzare l'indicibile.
«Ho provato un brivido interno, vibrazioni che dal centro si dipartono in tutto il corpo, che è un tutt'uno con il centro, che in quel momento è il centro dell'universo intero. E tu accogli ascolti assecondi vivi questo attimo eterno di piacere che risuona dentro e fuori, e ti senti parte del mondo che in quell'istante vive con te. Non sono menate mentali, è una sensazione concreta, palpabile. Appagante, completo. Non è mai uguale.
Mi è piaciuto tenere gli occhi aperti, essere più presente a me stessa e vivere il piacere con più consapevolezza, che non paralizza, anzi... amplifica. Mi piace cullarmi in queste sensazioni...
Sto bene.
Il mio grazie è un'espressione di gratitudine alla vita che si apre, nelle forme che le piace prendere. E' bello ogni tanto potere essere grati alla vita così. E me la voglio vivere fino in fondo questa emozione.»

"darla"

è un'espressione che non mi garba, perché sottintende una relazione di tipo erogatorio anziché paritario nella ricerca comune del piacere.

La lingua

non serve soltanto a rendere più interessanti i baci. Il linguaggio verbale ha l'enorme potere di determinare almeno in parte la qualità della nostra vita, donandole ulteriore ricchezza, profondità, spessore. Talvolta ci permette anche di acuire la percezione della realtà, cogliendone meglio le sfumature. È uno dei casi in cui si costituisce in strumento di conoscenza. E questo vale anche o soprattutto nell'ambito amoroso.

Lessico da amare

lessico amoroso, lessico amorevole, parole d'amanti, diamanti espressivi, coccole verbali e verbalizzazioni dell'indicibile