venerdì 31 ottobre 2003

[baciare]

"Ah, questo uso delle parole... tu non sei uno che slingua, tu sei uno che bacia!"
"Beh... grazie."

domenica 26 ottobre 2003

[karma]

Interazioni particolari, formule combinatorie che si rivelano evolutive all'avvicinamento di due anime: scatta qualcosa di speciale, una commistione inspiegabilmente più salda del ragionevole o del previsto, un innamorarsi fino a toccare il sé superiore.

[chimica]

Combinazioni particolari, formule di interazione che si rivelano esplosive all'avvicinamento di due corpi: scatta qualcosa di speciale, un'attrazione inspiegabilmente più forte del prevedibile o del già vissuto, un attizzarsi fino a perdere il controllo.

giovedì 23 ottobre 2003

[sensi]

ritrovo te nel ricordo che alberga nei miei sette sensi: gusto, udito, tatto, olfatto, vista, amore e anima.

martedì 21 ottobre 2003

[olfatto]

Ti sento. Percepisco fisicamente il tuo odore anche a distanza di tempo e di spazio. Le fragranze che hanno contraddistinto le migliaia di istanti condivisi continuano a farsi presenti avvolgendomi sensi e anima. E forse l'odore è il trait d'union tra corporeo e invisibile, l'aggancio che permette di innalzarsi senza perdere contatto con la spettacolare bellezza dello splendore terreno incarnato.

lunedì 20 ottobre 2003

[tatto]

Amare con le mani. Sfiorare la cute coi polpastrelli, appoggiare le unghie sui capezzoli, sentire la sua pelle che freme al tuo tocco, percepire il vibrare, quasi un ritrarsi, dell'epidermide. Affondare le dita e stringere. Accarezzare, lusingare e giocare. Amare con la pelle. Ascoltare il proprio corpo e fondersi con la superficie amplificandone attese e reazioni. Ricercare la sua pelle umida, in adesione totale alla tua. Percepirlo dentro e fuori, in una danza che dall'epidermide va a toccare l'anima.

[udito]

Il tuo fiato veloce, il suo cuore che batte. Sottili gemiti e densi respiri. La musica di sottofondo che diventa armonia dei corpi. Il ritmo del movimento, il rumore della pelle contro la pelle, il silenzio pieno del piacere. La musica del mondo che vibra con te.

[gusto]

L'amaro della pelle da assaggiare. Il salato del sudore da raccogliere con le labbra. Il denso dolce improvviso del frutto dell'amore e i mille gusti che la sua bocca ti porta dalle zone di te che ha esplorato.

domenica 19 ottobre 2003

Nada


El día que te acerques
Vendrán mujeres muchas,
Vendrán morenas bellas
Y vendrán dulces rubias

A disputarte; y ellas
Harán, con donosura;
Tu elogio, por lograrte,
Sin acertar ninguna.

Y yo no tendré miedo
De morenas ni rubias
Pues cerraré los ojos
Y te diré- Soy tuya

di Alfonsina Storni
(segnalata e tradotta in italiano da Valeria)

Nulla
Il giorno della tua venuta
tante femmine giungeranno
belle brune e dolci bionde verranno
per conquistarti
graziose, il tuo elogio ambiranno
senza riuscirci nessuna.
E io non avrò paura
di bionde e di brune
perche chiuderò gli occhi
dicendo: Sono tua

sabato 18 ottobre 2003

[mani]

(scrive Auro) Mettere le proprie mani nelle mani degli altri non perché debbano essere scaldate ma perché si parlino, le tue mani e quelle degli altri. Perché sono già abbastanza calde e hanno voglia di raccontare. L'importante è riconoscere nelle mani degli altri quelle che hanno qualcosa da dire e che sanno ascoltare e non quelle che sanno solo far da scaldino o hanno poca pazienza.

venerdì 17 ottobre 2003

L'amore

(scrive Carlo Molinaro) è nello sguardo quando gli occhi s'incrociano. È lì la gioia. Non c'entrano le altre storie.

martedì 14 ottobre 2003

Amare.

(scrive Bea) Tutti amano lui, tutti amano lei. Be', io amo il mondo. All'interno del quale ci sono tantissimi lui, tantissime lei, tanti bambini, tanti vecchi, tante persone che passano e che cercano un sorriso. Allora, forse, e neanche lo so, si può dire di essere riusciti ad amare lui o lei soltanto. Tutti o nessuno. Io ne sono convinta, ormai. E dunque tutti vi abbraccio.
bea

lunedì 13 ottobre 2003

[sonno]

addormentarsi abbracciati è un muto discorso di mutuo abbandono, immobile danza, totale fiducia, carezza d'amore tra i corpi e complice intreccio di anime.

domenica 12 ottobre 2003

[Tempo]

, ampio e impervio
nei dì del namoro,
incombi
come barriere distratte
d’aria senza respiro;
da Lei, che amo
d’anni luce privi il tepore.
Negli sfoghi
di sfinite passioni
ti invochiamo i rintocchi,
per porre rimedio
al male d’amare
quando cala l’ardore,
e ci vuol tempo,
ci vuol tempo,
tempo,
ma l’amore non torna,
ma ci vuol tempo,
ci vuol tempo,
tempo.
Tempo,
lessico d’amore finito.

venerdì 10 ottobre 2003

Complimenti.

C'è modo e modo di farli... ma a volte è proprio impossibile trattenersi dal dire: "Hai degli occhi così belli che riesco perfino a guardarteli senza scendere subito alle tette".

mercoledì 8 ottobre 2003

[amore]

L'amore totale è quello che rende speciale ogni momento vissuto e raddoppia l'intensità del vivere attraverso la condivisione in sintonia con un altro essere.

lunedì 6 ottobre 2003

Eufemismi II.

"Il miglior modo per dimagrire è sostituire la pausa pranzo con..."
"Una pausa coccole", concluse lei.
Fu strano per me trovare perfette quelle parole, parole che uscendo da altre bocche mi sarebbero sembrate insopportabili, come i cuoricini rosa disegnati a punteggiare le "i" sui diari delle mie compagne alle scuole medie. L'eufemismo sosta per un istante sulla linea di confine tra ipocrisia e sensibilità: il versante su cui planerà dipende da chi lo usa.

domenica 5 ottobre 2003

C'è una specie d'amore che uccide

(scrive Bea). Val bene saperlo. È l'amore non corrisposto. Credo che bisognerebbe svegliarsi un mattino e prendere atto del non essere amati. È un gesto di orgoglio, di salvaguardia della propria dignità, di non offesa per la propria intelligenza. Poi si muore, come il cuculo che intonando l'ultimo meraviglioso canto si getta nella spina più aguzza del roveto più pungente. Ma almeno si muore con dignità.
bea

sabato 4 ottobre 2003

Le emozioni dell'amare.

Sono stata bene. Nel pregustare dell'attesa, nel vivere la concretezza estemporanea, e dopo. E me ne stupisco sempre. Mi stupisco delle sensazioni che provo e di quanto sia naturale. Non credevo fosse possibile sentire così il proprio corpo e quello dell'altra persona... E non credevo fosse per me possibile vivere una esperienza come questa. Mi imbarazza il mio entusiasmo ed il mio stesso stupore. Ma lo accolgo. E questo stupore è prezioso. Mi stupisco e mi entusiasmo con quella volatile leggerezza del non "volere" nulla e di vivere l'attimo; senza per questo rinnegare il tempo ed il mondo attorno, che anzi ne viene vivificato anch'esso. Così ne approfitto per tenere aperta un po' più a lungo quella porta dimensionale sugli universi paralleli, e indugio sulla soglia, riassaporando e stupendomi ancora; prima di ritornare, arricchita, alla mia vita di qua dalla soglia.

"Ti amo".

La prima volta che dici ti amo a qualcuno non è roba da niente. Parlo di quando lo dici sentendolo, quando dirlo non è legato a un semplice entusiasmo momentaneo o guidato dall'eccitazione circolatoria. Lo dici perché è inevitabile, lo affermi perché è indiscutibile, perché i tuoi se e ma non reggono più alla spinta potente che ti percuote il sentire, che ti scuote anima e corpo.
Anche la prima volta che qualcuno ti dice ti amo è una bella scossa. Parlo di quando lo dice sentendolo, guardandoti nel brillare degli occhi dai suoi che brillano a loro volta con sognante incredulità. Lo dice perché è inevitabile, lo constata e te lo comunica perché sa che è vero, che tu sai che è vero, perché sente che tu lo senti e non riesce a negarselo malgrado una cocciutaggine planetaria.
E se i momenti in cui glielo dici e te lo dice coincidono la magia si moltiplica, stupenda, di quello stupore che ti fa capire quanto sia bello, quanto è bello infrangere pudori sentimentali. Anche il sentire, talvolta, preferibilmente, ha bisogno del dire.

Eva, le tue parole

(scrive Bea) onorano l'amore. Che nel tuo caso assurge a sentimento universale. Grazie, non ho parole. Se non un sentimento di stima profonda. E di solidarietà infinita.
Bea

venerdì 3 ottobre 2003

Mi disse una volta una persona

(scrive Bea): secondo me coi preti si viveva meglio. Era un bestemmiatore agnosta come me. Ma il senso di quelle parole si riferiva proprio alle cose del post qua sotto, naturalmente mi sono dimenticata il nome chiedo venia. [Serendip, ndz]
È, il linguaggio dell'amore, qualcosa che pochissimo ha a che fare con le parole. Un incrociar di sguardi per sedurre e lasciarsi sedurre, un... no belli, troppo comode le mie lezioni gratuite.
Voi... scopate, io e la signora qua sotto... amiamo.
Noblesse oblige.
AffettuosaMenteBea (e nessuno s'offenda per la mia celia)

giovedì 2 ottobre 2003

Eufemismi.

Ci fu un tempo in cui m'infastidivano. Poi capii pienamente la differenza tra scopare e far l'amore. Il difficile è spiegarla a parole, ma ci proveremo, nei modi che sapremo trovare.

Benvenuti!

(scrive Bea di mariemarion). Neanche "scopare" mi piace, anzi mi fa orrore. Se lo uso è sempre per svilire la gente che mi fa paura, o per esorcizzare il dolore che solo attraverso il linguaggio hard riesce a non trasformarsi in pietra granitica e dunque a uccidere. Per liberare la rabbia insomma, ma parlo per me.
Apprezzo l'idea di restituire all'amore il suo lessico naturale, magari ogni tanto vorrei trovarci Leopardi o Petrarca qua dentro, che ne dite? Senza offesa per nessuno... ma se non lasciamo parlare loro chi può arrogarsi il diritto di parlar d'amore? Una poesia ogni tanto, che vi costa? E comunque grazie per l'idea e per le parole.
Ciao Femme Fatale, peccato che questo nick l'abbia già preso tu altrimenti te lo fregavo, mi piace.
bea

Anche a me

(scrive Carlo Molinaro) non piace l'uso dell'espressione "darla".
Credo che il verbo migliore oggi per indicare nel linguaggio quotidiano l'atto sessuale sia "scopare", nella forma intransitiva "scopare con" (valido per entrambi i sessi) e non in quella transitiva "scopare + compl. oggetto", che ha tradizione più maschilista ("egli l'ha scopata", raro "ella l'ha scopato").
"Scopare" è migliore di altri sinonimi come "fottere", "trombare", ecc., perché non ha uso metaforico negativo. Di persona ingannata e delusa si dice infatti che è stata fregata, fottuta, trombata, ma non "scopata".
Carlo

mercoledì 1 ottobre 2003

Scoprire il Piacere dell'Amore

e vanamente verbalizzare l'indicibile.
«Ho provato un brivido interno, vibrazioni che dal centro si dipartono in tutto il corpo, che è un tutt'uno con il centro, che in quel momento è il centro dell'universo intero. E tu accogli ascolti assecondi vivi questo attimo eterno di piacere che risuona dentro e fuori, e ti senti parte del mondo che in quell'istante vive con te. Non sono menate mentali, è una sensazione concreta, palpabile. Appagante, completo. Non è mai uguale.
Mi è piaciuto tenere gli occhi aperti, essere più presente a me stessa e vivere il piacere con più consapevolezza, che non paralizza, anzi... amplifica. Mi piace cullarmi in queste sensazioni...
Sto bene.
Il mio grazie è un'espressione di gratitudine alla vita che si apre, nelle forme che le piace prendere. E' bello ogni tanto potere essere grati alla vita così. E me la voglio vivere fino in fondo questa emozione.»

"darla"

è un'espressione che non mi garba, perché sottintende una relazione di tipo erogatorio anziché paritario nella ricerca comune del piacere.

La lingua

non serve soltanto a rendere più interessanti i baci. Il linguaggio verbale ha l'enorme potere di determinare almeno in parte la qualità della nostra vita, donandole ulteriore ricchezza, profondità, spessore. Talvolta ci permette anche di acuire la percezione della realtà, cogliendone meglio le sfumature. È uno dei casi in cui si costituisce in strumento di conoscenza. E questo vale anche o soprattutto nell'ambito amoroso.

Lessico da amare

lessico amoroso, lessico amorevole, parole d'amanti, diamanti espressivi, coccole verbali e verbalizzazioni dell'indicibile