mercoledì 15 dicembre 2004

[arzigogolare]

(scrive Sphera)
(v. tr. e intr.) tracciare tortuosi, quasi impercettibili percorsi circonvoluti sulla pelle di qualcuno. L'azione è indissolubilmente legata -e immancabilmente provoca- uno sgrisolo.

[sgrisolo]

(scrive Sphera)
s.m. Si colloca semanticamente tra brivido e solletico, nel punto esatto in cui inizia la pelle d'oca.

martedì 9 novembre 2004

lunedì 8 novembre 2004

[occhi]

(scrive Will Berry) Di un soffice giovane aspetto lei, cosi delicata, dai languidi occhi neri, teneri.
Di un dolce malinconico essere, dalle false gote arrossate, dipinta da colori tenui un po' scuri.
Mi guardava, mi scrutava.
Will Berry

sabato 6 novembre 2004

[ex]

Non più miei pensieri, costano fatica queste mie righe (scrive Alice Avallone).
Da molti mesi oramai non più una goccia ha salato le mie guance, non più una sola nota brutta si è insediata nel mio animo.
Io non so dire cosa sia l'amore, ma certa sono che mai prima l'avevo provato, con nessuno di voi. I bei momenti non riesco a scordarli, proprio no, ma quella felicità effimera non riesce a tener confronto con quanto ora è la mia vita serena. Perché Lui non la macchia di lacrime, di tristi pensieri o di grandi parole.
Io vi dico addio, non più miei pensieri, perché solo ora mi accorgo di quanta vita mi avete privato, e di quante cose belle l'amore può essere capace.
Alice

venerdì 5 novembre 2004

giovedì 4 novembre 2004

[rinnamorarsi]

Dentro di me (scrive Alice Avallone) si è azzerato tutto. Sono nata una seconda volta, senza alcun dolore. Mi sono innamorata di nuovo. La prima volta, della vita; in questa seconda, di Lui.
Chiazze di colore, che mi stropicciano la pelle e gli occhi, e mi rendono ancora più bella. Forse l'amore è questo. Oppure è respirare simbiotici, o forse è sentire il petto squarciato ed avvertire le carezze sul cuore. Allora, se così fosse, sarei sicura di avere tra le mani la vera essenza di tale forza.
Amo vivere con Lui anche quando Lui non c'è. Io lo sento, Lui è accanto a me sempre, sento il suo odore, il contorno della sua aura. Lo amo anche così, è uno dei tanti modi in cui io riesco ad amarlo. Ma i momenti più belli sono quelli che boccheggiano nel tepore del silenzio, quando nuda accarezzo la sua guancia, delicata sposto i suoi capelli, e Lui zitto segue le mie palpebre, il mio naso, e caldi ci baciamo le labbra, il collo. Lui mi dice ti amo, e io timida ripeto entusiasta queste due parole, come fanno i piccoletti che dicono mamma e papà per le prime volte, e li sanno distinguere. Così io indico il mio amore, conosco il suo muso, e dico su di lui parole dolci. E ci facciamo anche le foto.
Alice

mercoledì 3 novembre 2004

giovedì 21 ottobre 2004

[pompini]

È bello (scrive Roberta) vedere il cazzo di un uomo di cui sei innamorata crescere sotto le tue labbra.
Roberta

domenica 3 ottobre 2004

[amore corrisposto]

È un canale aperto, molto bello e forte, superiore e profondo, fatto di vibrazioni celesti e apnee, sensazioni ineffabili e pulsioni sanguigne, dentro il cuore e sulla pelle, a riprova del fatto che l'anima ha un sito prediletto sulla nostra superficie, se volentieri la si percorre.

mercoledì 29 settembre 2004

[ti amo]

Notturno. Tutto quello che so (scrive Alice Avallone) è che lo amo. Forse il più bello, forse il più profondo, senz'altro il più rapinoso amore. Con le mie gambe nude intrecciate alle sue, i piedi che viziosi le lisciano, quei miei baci sulla sua pelle umida e calda. A lungo, a lungo, lentamente. Ingordi, ardenti, complici. Lo guardo di nascosto sotto i capelli, e gli sorrido sopra i suoi occhi persi nei miei beati. Nulla intorno, solo io e lui. - Ti amo - Anche io - Timida - Ti amo - E poi le dita giù feline per la schiena prima, e tra le labbra dopo. Com'è bella questa notte, con questo suo odore intenso che mi sento addosso e non si scolla.
Alice Avallone

mercoledì 22 settembre 2004

[gastronomica sensualità]

Avete mai pensato (scrive Mitì Vigliero) quanto sia sensuale la cucina? Quanto siano simili in qualche modo il cibo e l'amore? In fondo Gola e Lussuria sono molto legati; a volte si mangia (a tavola) con un misto di erotismo e piacere: quando assaggiamo qualcosa che ci piace spesso reagiamo estasiasti socchiudendo gli occhi e mugolando "Mmmmh, che buono!".
Entrambi, la Gola e la Lussuria, sono definiti "peccati della carne", e la parola "carnalità" deriva dal latino dell'Ecclesiaste carnalitas, "concupiscenza", sì, ma derivato sempre da caro carnis, "carne", componente fondamentale sia del corpo umano che dei menù nonché - proprio per questo? - proibita nei cristiani giorni di penitenza in cui si deve mangiare di magro. E anche "astinenza" si usa allo stesso modo nel doppio senso...
Pensate solo all'uso dei termini comuni; "fame", ad esempio. Dire alla persona amata "Ho fame di te". Oppure pensiamo ai verbi che usiamo normalmente riferendoci al cibo: succhiare, leccare, mordere, inghiottire, lambire, suggere... E lo stesso "mangiare": "Ti mangerei di baci". Sono indubbiamente parole "voraci"; da vorax voracis, a sua volta derivato da vorare, "divorare".
"Voraci" come un bacio, appunto...
Placida Signora

lunedì 20 settembre 2004

[condivisione]

Ricordo la prima volta che le tue labbra incontrarono le mie più intime:
Io(occhi spalancati): «Voglio farti sentire le stesse cose...»
Tu(sorriso): «Ma io le sento.»

venerdì 17 settembre 2004

[abbraccio]

Il vero abbraccio è quello che sa regalarti un istante di benessere, farti capire che puoi abbandonarti un momento perché ti fidi, anche senza sapere perché...

mercoledì 18 agosto 2004

[mistero invisibile]

Quando sto insieme a Martijn (scrive Sonechka) vedo tutta una serie di geroglifici davanti agli occhi, il cuore mi scivola giù e si incastra nel duodeno, mi scappa costantemente da ridere o da sorridere, le gambe mi si incriccano, rammolliscono, azzoppano, ritorcono.
E mi chiedo che cos'è che ci avvicina a certe persone. Quale filo di ragno invisibile viene tessuto tra noi e un altro che anche a sforzarsi e cercare una lista di oggettività inopinabili, rimane comunque il mistero di un sì detto senza motivo e contro ogni logica umana.
Sonechka

giovedì 12 agosto 2004

[un attimo prima di un bacio]

Stavo pensando intensamente (scrisse la vocebionda di Sorriso Blu) ad un attimo prima di un bacio. Giusto quell'attimo prima, magari con una persona che non hai mai baciato, della quale non conosci nulla o quasi. E che ti piace, ti piace tanto.
Un attimo prima di un bacio, quando sei lì, ormai con la lucida consapevolezza che ti bacerà, sai che accadrà, non c'è più spazio per i dubbi. Sei lì, ad un istante dalle sue labbra, dal suo sapore e il cuore ti batte forte e gli ormoni ti sguazzano nelle vene ad una velocità supersonica...
E guardi l'altro negli occhi, forse troppo vicini per guardarlo davvero... E senti l'espressione dei tuoi occhi, io la sento sempre; sento quello che c'è dentro di me e che viene amplificato dal mio sguardo. Sento i miei occhi che rivelano il mio desiderio, la voglia di quelle labbra, la voglia di quel sapore, la voglia di incontrarsi nella bocca dell'altro, di scoprirsi in un'armonia di momenti irripetibili, di scoperte umide, di sensazioni... Cercare nella bocca dell'altro la promessa del calore che potrà essere o la freddezza di una delusione.
Un attimo prima di un bacio, un attimo prima di scoprire un universo sconosciuto che è il corpo dell'altro e che inizia proprio da lì... Una voglia febbrile di un attimo prima di un bacio, di quell'emozione per me unica ed ineguagliabile, forse più intensa di cento orgasmi!
Penso che mi piacerebbe vedere la mia espressione, i miei occhi, il mio sguardo un attimo prima di un bacio; per vedere se tutto quello che sento, se il modo in cui mi immagino sono reali; se l'altro vede davvero i miei occhi che brillano e che dicono più di mille parole o di mille carezze. Mi domando se davvero ci ricordiamo sempre il valore di un attimo prima di un bacio: è una di quelle emozioni che non dovremmo permetterci di dimenticare mai...
vocebionda

martedì 10 agosto 2004

giovedì 22 luglio 2004

[risonanza]

I tuoi sono occhi da non ritorno.
Gli occhi, il sorriso e quel modo di guardarmi. Mi attraversi. Te lo lascio fare. Mi piace.
Il desiderio, poi, con te vince ogni cosa. Sento la tua carne a distanza. Se mi tocchi perdo immediatamente il controllo.
Ma la pelle vibra anche sola. Le basta l'odore. E' sufficiente sfiorare. Guardare.
L'affetto complica le cose, in questo caso. E gioca a rimpiattino col desiderio. Non capisco quale dei due amplifichi l'altro. Entrano in risonanza, ecco.

lunedì 12 luglio 2004

[lontano]

Non ti ho detto (scrive Padmini) quanto è stato difficile, oggi, inciampare ogni due passi nel desiderio delle tue labbra. Imbarazzante l'affanno del mio cullarti, cantando sottovoce, a dispetto dell'altrui ignaro stupore. Non è servito, il mio segreto accarezzarti oltre la folla di pensieri e visi e voci, a strapparti il mantello di dolore che ti avvolge. Allontanalo adesso, prima del buio e della notte: dormi vestito solo del fragore dei miei sorrisi e dei miei mille baci. Quanto è stato difficile, oggi, amarti da lontano...
Padmini

venerdì 25 giugno 2004

[del non (ti)tubare]

(scrive Rillo) L'Amore non può fare paura, non ammette dubbi, non sarebbe Amore.
L'Amore è quando ti butti a capa in giù senza protezione, tanto non ti farai nulla.
Perché c'è lei, perché c'è lui. E questo è tanto, se non tutto.
Rillo

mercoledì 23 giugno 2004

[ammore perduto]

Ammore perduto,
i' t'ero truvato,
nun aggio saputo
tenerte cu mme.
Ammore perduto,
mm'ha ditto stu core
ca tarde ha saputo
tu ch'ire pe mme.
(di Antonio De Curtis, in arte Totò)

lunedì 21 giugno 2004

[amore, tipi di]

C'è amore e amore: l'amore che nasce magicamente e per predestinazione, ma che viene poi sdegnato e abbandonato; l'amore indimenticato che strugge per una vita intera anche a distanze incolmabili; l'amore sfarfalleggiante, che infine porta a una meta in cui si coniugano serenità e piacevolezza; l'amore mancato, quello che cerca sostituti, l'amore orfano, quello che trova surrogati.

domenica 13 giugno 2004

[sudore]

(scrive Sphera)
Brilla, la tua pelle brilla.
Brilla il tuo sorriso, brilla.
Bagnati e scivolosi come anguille
sguazziamo in un pantano di scintille.
Inzuppato, lo sguardo tuo sfavilla.
sphera

giovedì 10 giugno 2004

[lei]

(scrive zuruck) Quando siamo innamorati ci sono dei periodi in cui abbiamo l'impressione che non ci importi nulla di quella persona. Vogliamo farne a meno, talvolta la incontriamo e non ci dice nulla, ci è indifferente. Poi ci riappare. Quel viso indifferente diventa l'unico viso, quella voce l'unica voce; la sua mancanza diventa intollerabile, la sua presenza una gioia infinita. Tutto di lei ci commuove, tutto di lei è nostalgia e appagamento.
zuruck

martedì 1 giugno 2004

[sedurre]

(scrive davide l. malesi) il meccanismo del sedurre. Che non vuol dire "provarci con qualcuno": viene semmai prima, o dopo. Non è che se ci provi con una ragazza, e quella accetta magari di uscire con te (o addirittura viene a letto con te), l'hai sedotta. Non è così semplice. Sedurre qualcuno è occupare - quantomeno per un certo periodo - uno spazio dentro la sua testa. Vuol dire che quel qualcuno non ti scappa, non importa quanto riesca ad andare lontano... "Provarci", o anche "riuscirci", non è sedurre: perché implica un gesto, un'azione, e la seduzione non ha nulla a che vedere con l'azione: semmai ha a che vedere con la trasformazione: cioè col diventare l'oggetto del desiderio di qualcuno. Se uno ci riesce, poi quel qualcuno arriva. Per forza.
davide l. malesi

giovedì 27 maggio 2004

[S]

(scrive Sphera) Saettano sgrisoli scatenando sensazioni.
Slacciati, spogliati, sconvolti, sottosopra, sudati, spettinati sospiriamo.
Sussurri saziati.
Sorridiamo.
sphera (nei commenti di Passepartout)

giovedì 20 maggio 2004

[bacio]

Un bacio tra sconosciuti è come una frase decontestualizzata: anche quando non si configura come profondo scambio d'amore, può essere molto piacevole.

sabato 1 maggio 2004

[voglio un uomo che mi ami]


Che sappia come toccarmi, che scopra come eccitarmi
Che mi parli con gli occhi, che ascolti la mia voce
Che indaghi il mio spirito, che sconvolga le mie certezze
Che mi guardi come alla sua Dea, che mi lasci andare
Che mi accompagni, che sappia andare solo
Che inciampi nei suoi limiti, che sorrida ai miei
Che sappia bruciarmi la pelle, che completi la mia carne

venerdì 30 aprile 2004

[baci]

Pioggia di baci
Pioggia di baci che lava i cattivi ricordi
goccia riflette la luce ravviva i deserti
le nostre bocche dissetano
parlano al cielo dell'anima
quei baci vivi e salati che il ricordo illumina

Baciami acqua sorgiva che in sogno mi guardi
tu nel profondo da sempre per sempre mi porti
il nostro cielo costellano
parole che il cuore nomina
ma se ci penso ti sento e il ricordo mi fulmina

mercoledì 28 aprile 2004

[amare]

(scrive LollO)
Ora so che Amare è anche lasciare.
Ora so che Amare è saper rinunciare a quanto hai di più caro.
Ora so che Amare è permettere a chi ti sta vicino di poter stare meglio lasciandogli vivere la sua vita senza di te.
Ora so che Amare è essere contenti della felicità della persona amata anche se non puoi più condividerla.
Ora so che Amare è soffrire.
LollO-Drome

lunedì 12 aprile 2004

[carezze]

Cjarinimi la man

Cjarinimi la man
cjarinime amour
cuant che il jeur
si fâs fumate
e l’ale blancje de ciuite
nus clame i siums
tal so zardin di arint

Cjarinimi la man
cjarinime, amour
cuant ch’o impirin
il curidour da Basse
o da iperspazi
e al cjante a planc
il diu dai torzeons
dai sbrendolons
jù par Gonârs
Bertiûl Cjasteons
(di Stiefin Morat)

Carezzami la mano

Carezzami la mano
accarezzamela amore
quando la lepre
si fa nebbia
e l'ala bianca della civetta
ci chiama i sogni
nel suo giardino d'argento

Carezzami la mano
accarezzamela, amore
quando infiliamo
il corridoio della Bassa
o dell'iperspazio
e canta piano
il dio dei vagabondi
degli straccioni
giù per Gonars
Bertiolo Castions.
(traduzione dal friulano di Astrid Virili)

giovedì 1 aprile 2004

[nome]

Nomina nuda tenemus (riflette Chiaraaa) C'è questo momento, quando ti stai innamorando, in cui basta dire il nome dell'amato/a/um per sentirti felice; c'è il sottile desiderio di infilare quelle sillabe nel bel mezzo di conversazioni banali, magari anche a sproposito, solo per assaporarne il suono. Quel che ti resta dopo averle pronunciate è simile a un piacere interrotto, un piccolo sorriso tra te e te di aspettativa rosa-pallido che ti riporta ai tredici anni. A me questa sensazione piace perchè è talmente delicata ed effimera che nessuno sembra mai prestarle attenzione.
Chiaraaa

mercoledì 31 marzo 2004

[amore]

Che cos'è l'amor? (si chiede Princess Proserpina) Conosco un uomo che ama l'amore e lo rincorre dovunque sente di poterlo trovare. Questa sua continua ricerca dell'amore lo porta ad amare più donne contemporaneamente. Ma le ama davvero? Le ama tutte a metà, e per tutte ha baci e sorrisi e parole speciali. Ama le donne perché sono portatrici di amore, e lui ama l'amore.
Conosco un uomo che ama una donna e la rincorre dovunque sente di poterla trovare. Questa sua continua ricerca della donna lo porta ad amare l'amore nelle sue diverse forme contemporaneamente. Ma l'ama davvero? La ama completamente, e ha per lei baci e sorrisi e parole speciali. Ama l'amore perché è portato da quella donna, e lui ama quella donna.
Proserpina

lunedì 29 marzo 2004

[senza più fiato]

(scrive sphera) Curve improvvise, bruschi tornanti brividi e fossi, salite di sassi senza più fiato. E ripide abbacinanti discese senza freni.
Posso stancarti fino a farti chiudere gli occhi con quel sorriso, sai, di chi è svuotato e riempito fino in fondo.
sphera

sabato 27 marzo 2004

[amore sconfinato]

È quello che fa dire: Ovunque, purché con te. Come quella volta che mi risvegliai al tuo fianco e nel chiaroscuro della stanza non capii bene dove mi trovavo, ma sorridendo pensai che in fondo non me ne importava e dissi: "Sai, con te starei in qualsiasi città, anzi in qualsiasi posto al mondo... purché ci sia acqua potabile." Questa è una restrizione, è vero, ma ognuno ha i suoi vizi.

giovedì 25 marzo 2004

[baci]

Per me (scrive emotioned) la forma più alta di intimità sono i baci. I baci teneri di due labbra che si posano l'una sull'altra per essere più vicini, per respirarsi, per abbracciarsi. È da lì che parte tutto. È da lì che sale il desiderio. È da lì che il desiderio può anche mettersi in pausa, nell'attesa di momenti più adatti. Ricordo di un partner che anche quando la nostra grande storia d'amore era arrivata al capolinea, appena entrato in casa mi si fiondava addosso e mi infilava la lingua in bocca. Non riusciva a "sentirmi", non capiva che io avevo bisogno di tenerezza innanzitutto. E quei suoi gesti oggi, a distanza di tanto tempo e dopo che è passata tanta acqua sotto i ponti, li ho finalmente compresi. Il suo non era amore, era solo possesso. L'intimità parte da molto più lontano secondo me: parte dall'ascolto e dalla comprensione reciproche. Tutto il resto è solo possesso. Tutto il resto, per me, è solo voglia di soddisfare un puro desiderio carnale.
emozionandosi

martedì 23 marzo 2004

[sogno]

Ho fatto un sogno (scrive Albamarina) Come si può descrivere un sogno? Come rendere fluido il cedere soffice ed incisivo dei pensieri nascosti fra le pieghe del sonno? Immagina larghissime e luccicanti lastre di vetro sospese nel nulla etereo e opalescente, dove tutto è possibile e al contempo raro. Dove le sensazioni si sfiorano, confondendosi nelle risposte dei nostri corpi non volute ma inevitabili. Lastre sulle quali io e te ci troviamo, naufraghi consapevoli e felici, sorridenti e ammiccanti verso il resto del mondo che vediamo lontano, che neppure ci sfiora se non per strapparci un complice commento beffardo. Immagina il silenzio profondo che stride con i tumulti senza voce della passione inespressa e protratta in un tempo senza fine, senza spazi e senza altro se non la forza dei nostri sguardi. Immagina il bagliore di profumi sprigionati dai nostri corpi, vestiti solo di stupore, che si appartengono... e capirai di quale sogno si è colorata la mia notte.
Albamarina

domenica 21 marzo 2004

[...]

E’ esploso dentro un bagno caldo.
Intuito, adocchiato, vezzeggiato, titillato, sfiorato, cercato, inseguito. Immaginato, sognato, osservato, incoraggiato, accompagnato, assecondato, accarezzato… Ascoltato, pregustato, cercato, toccato, spinto respirato voluto subito assaporato sussurrato gridato. Ascoltato. Contemplato. Respirato.

mercoledì 17 marzo 2004

[attesa]

(scrive occhivispi) Quando ci sarai io diventerò un'altra. Vorrei silenzio e pace intorno a noi, solo per un attimo, quel primo attimo in cui ci sfioreremo, così diverso dal tempo già trascorso insieme. Tremerò nel toccarti, non saprò come stringerti, ti annuserò nell'incavo del collo ma il tuo odore non mi dirà da dove vieni, ma solo che sei altro da me. Vorrei seguire con le dita i tuoi lineamenti, ridisegnarli con delicatezza. Non ci saranno le parole, annegate nelle sensazioni e nelle lacrime di gioia. Non riuscirò a credere che tu sia finalmente accanto a me, per troppo tempo sei stato solo sogno. Vivremo insieme i nostri giorni, seguirò i tuoi movimenti, ascolterò il tuo respiro, i tuoi sorrisi mi riempiranno di gioia, le tue lacrime mi strazieranno di dolore. Imparerò a conoscerti, a stare con te. Il mondo intorno a noi sarà nuovo, luminoso e brillante. Scoprirò in me voci che non credevo di avere, sentirò la vita come non mai e i contorni delle cose saranno più nitidi, grazie a te. Sono qui, ti aspetto.
occhivispi

venerdì 12 marzo 2004

[uomo ideale]

(scrive Vanessa) Il fatto è che... un uomo così non l'avevo mai incontrato.
O meglio, non l'avevo mai immaginato, che quando cazzeggi con le amiche sul tuo uomo ideale tu pensi solo a frammenti di immagine assemblati con fotosciop, occhi-mani-addominali-capelli-ecc e poi enunci le cose importanti, che ti faccia ridere, e che abbia una cultura, e un buon lavoro e la moto e tutte le stronzate da brave ragazze.
Perché poi, alla fine ci rifletti e il tuo uomo ideale sarebbe una noia mortale perché l'hai creato col tuo cervello, e quindi potresti prevedere tutte le sue mosse. Sapresti come bacia, come ti saluta, che gusti ha e come fa l'amore. Sì ma... il gioco, il cioccolato e la sorpresa dove le mettiamo? eh? Perché il bello è che ti sa stupire sempre anche se sei sulla sua stessa sintonia. Nuovo. Nuovo è la parola giusta. Ed è un vero casino. Un casino immane. Che tu manco l'immaginavi che lui fosse così, forse non ti piaceva nemmeno. Ti tirava le trecce sbeffeggiandoti. Dovevo capirlo. Ma forse non l'aveva capito nemmeno lui. E adesso?
Un miliardo di calcoli algebrici sul perché e sul percome e sul percosa. Seghe mentali le chiamano. Passaggi e scivolate. Ma poi ci sono un miliardo di sguardi e un miliardo di baci e non ci puoi credere che sia così.
Io credo se ne sia accorto che avevo gli occhi lucidi. O forse no. Ma non importa.
Vanessa

giovedì 4 marzo 2004

[gesti]

Ogni coppia, mi spiegò in seguito Uri, ha un repertorio personale e circoscritto di moti e gesti d'amore, che si forma rapidamente, si apprende pian piano, e non si dimentica mai più.
"Quei gesti rimangono anche dopo che l'amore si è dissolto", disse, "dopo che hanno smesso di respirarsi la pelle a vicenda, di mangiarsi la carne e di tuffarsi di testa come idioti l'uno dentro gli occhi dell'altro."
(Meir Shalev, La montagna blu, trad. Elena Loewenthal)

mercoledì 3 marzo 2004

[amanti]

(scrive Stella_Noire) Rinchiudere, nel testo di una canzone, tutto quello che ho sempre sognato in una storia, lasciarsi trasportare sulle note del violino e accarezzare il profilo del mio lui sussurrandogli quelle parole nell'orecchio e creare, insieme, un'atmosfera magnetica, nostra, che fa scomparire tutto il mondo circostante: ci sono solo i miei occhi e le sue mani, i suoi occhi e le mie mani. Le nostra labbra sibilano un sussurro che il cervello percepisce come un'eco lontana ma tagliente come la lama di un coltello. Allora è come se si cominciasse a girare e il cuore aumenta le sue pulsazioni, e gli occhi si perdono ancora di più negli occhi dell'altro e si giunge, infine, a baciarsi. Un Bacio lungo, Dolce, Infinito. Con l'ardore di notti infedeli ma pieno di Grande Amore, niente che somigli a qualcosa di già vissuto o sentito prima, con la certezza di appartenersi senza riserve, ma di non essere schiavi. Come due veri amanti. Un infinito attimo di dolce passione, un vortice di sentimenti-sensazioni. La voce soffocata in gola, perché esprimere quello che si prova è impossibile. E svegliarsi il mattino dopo, rendendosi conto che non è stato un ennesimo sogno, ma la persona sulla quale sei morta e rinata è lì al tuo fianco e ti guarda, come avesse vegliato su di te tutta la notte. E ti sorride e non parla ancora. Solo, ti bacia.
Dammi l'ardore, di notti infedeli
Scuoti il mio sonno docile ed arreso
Fa che io ceda a sogni ardenti
E dammi Amore sì, ma che sia grande,
non una storia letta con il testo a fronte
niente schiavitù né tradimenti
è questa la sottile arte degli Amanti.
Ecco cosa sento in questa canzone dei Nomadi. Una parte di me vissuta e ora ricordata.
Stella_Noire

giovedì 26 febbraio 2004

[tatto, ancora]

Mi crogiolo a ripensare a certe cose. Per esempio, a come rispondevi alle mie carezze e ai miei abbracci con intraprendenza pari alla mia affettuosità. Ti sembrerà banale magari, ma non è così, non sempre le persone sanno manifestare tattilmente l'amore. Tu lo facesti fin dal principio e tra le miriadi di cose che mi conquistano di te questa vibra piacevole, ancora, come la tua pelle elastica morbida e calda perfino allo sguardo. Ti accarezzo.

giovedì 12 febbraio 2004

[adamo ed eva]

Perché privilegiati? Perché d'amore vivono, di frutti e di natura. Niente impedisce il loro idillio a due, nessun bisogno di misurarsi col resto del mondo, nessun rischio di mettere a repentaglio il loro rapporto confrontandosi con altre interrelazioni. Eppure, l'albero insegna, si annoiavano.

domenica 8 febbraio 2004

[labbra]


È vero che le mie labbra
sono dolci
come l'inizio del primo amore?
(Rabindranath Tagore, grazie ad Albamarina)