mercoledì 3 marzo 2004

[amanti]

(scrive Stella_Noire) Rinchiudere, nel testo di una canzone, tutto quello che ho sempre sognato in una storia, lasciarsi trasportare sulle note del violino e accarezzare il profilo del mio lui sussurrandogli quelle parole nell'orecchio e creare, insieme, un'atmosfera magnetica, nostra, che fa scomparire tutto il mondo circostante: ci sono solo i miei occhi e le sue mani, i suoi occhi e le mie mani. Le nostra labbra sibilano un sussurro che il cervello percepisce come un'eco lontana ma tagliente come la lama di un coltello. Allora è come se si cominciasse a girare e il cuore aumenta le sue pulsazioni, e gli occhi si perdono ancora di più negli occhi dell'altro e si giunge, infine, a baciarsi. Un Bacio lungo, Dolce, Infinito. Con l'ardore di notti infedeli ma pieno di Grande Amore, niente che somigli a qualcosa di già vissuto o sentito prima, con la certezza di appartenersi senza riserve, ma di non essere schiavi. Come due veri amanti. Un infinito attimo di dolce passione, un vortice di sentimenti-sensazioni. La voce soffocata in gola, perché esprimere quello che si prova è impossibile. E svegliarsi il mattino dopo, rendendosi conto che non è stato un ennesimo sogno, ma la persona sulla quale sei morta e rinata è lì al tuo fianco e ti guarda, come avesse vegliato su di te tutta la notte. E ti sorride e non parla ancora. Solo, ti bacia.
Dammi l'ardore, di notti infedeli
Scuoti il mio sonno docile ed arreso
Fa che io ceda a sogni ardenti
E dammi Amore sì, ma che sia grande,
non una storia letta con il testo a fronte
niente schiavitù né tradimenti
è questa la sottile arte degli Amanti.
Ecco cosa sento in questa canzone dei Nomadi. Una parte di me vissuta e ora ricordata.
Stella_Noire

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