tra i fumi del paracetamolo e dell'ipertermia mi ritrovo, nonostante la mia spiccata concretezza e conosciuta durezza di vecchio lupo di mare, conquistate in anni di navigazione per mari di ricercata solitudine, a disegnare nella mia mente una giornata di primavera, la stanza è luminosa. È domenica mattina. Respirando aria pulita due corpi si abbracciano nel letto, sono io e il mio compagno, abbiamo qualcosa di magico, riesco a sentire l'odore forte del nostro amore, dell'unione di corpo e anima, l'odore potente della nostra perfezione. Mi scuoto un attimo per distogliermi da pensieri che non mi appartengono. Incolpo la debolezza, cerco di ripristinare l'ordine delle cose, ma poi mi accorgo, ed è così evidente, che tutto: febbre, filastrocche popolari, medicinali, sudori e vapori è lì per appoggiare il mio corpo che, dopo anni di soprusi, sta reclamando il suo diritto ad amare e ad essere amato.
wild
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