Le mie mani, su di te (scrive fatacarabina), le poserei dolcemente, senza aggredire, scivolando sul velluto del suo sentire e poi, spossata, mi lascerei percorrere come una strada, per vedere quanto sei bravo a scovarmi un infinito dentro in cui puoi perderti a tuo piacimento, in silenzio. Che alle mie mani non devi dire, né indicare, né suggerire e io alle tue lascerei la libertà di inventare.
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