(scrive Mikel)
Ma che avete in testa?
E sotto, tra il collo e il piede?
Dov'è questo amore che vi portate appresso?
Nascosto in quale vena, dentro a quale ripostiglio fra gli organi?
Eppure ne parlate così facile,
ne costruite senza quasi il peso da sentirselo come vero.
Ma faticate d'un boia a cavarvelo estratto.
Mi incazzo con le vostre titubanze.
Voi che ne sapete da tastarlo,
almeno voi che lo avete concreto,
pane senza bocche, che aspettate?
Voi che potete.
E lo lasciate sopito.
Come s'avesse radici ammuffite,
rattrappite sotto la polvere dei giorni vissuti.
Ma inestirpabilmente nascosto dentro.
E aspettate, aspettate.
E non date, non date.
Come vi costasse lasciarvi andare.
Voi, che potete.
Che vi conoscete.
Perché mai non masticate amore?
Perché mai lo lasciate sempre in fondo ai polmoni
ed espirate solo il suo superficiale apparire?
Come se vi facesse paura il gusto.
da "Svitati", in A passo d'angelo, di Mikel Capelli, Untitl.Ed
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