martedì 30 maggio 2006

[aria]

mi piace il sapore dell'aria quando è
densa delle parole tue e mie

parole dette e ascoltate
sull'epidermide profonda
che emana a piene mani

e l'aria si stupisce
di quel sapore denso e un po' goloso
che le parole vocano
che i sensi un po' riassumono

è un'aria che stupisce e un po' m'istupidisce
di molto mi confonde ormai
ma in modo bello, bello assai.

lunedì 29 maggio 2006

[fiore]

Una volta conoscevo un fiore (scrive Jorma)
Non sapevo il suo nome, sentivo solo che era profumato e lo immaginavo colorato deliziosamente come un raffinato acquerello. Lo immaginavo perché in realtà non lo conoscevo, avevo solo sentito parlare di lui e avevo avvertito il suo stuzzicante polline in un paio di occasioni. Un giorno l'ho conosciuto, ho passato la giornata tra i suoi petali e la notte ai piedi dello stelo. Il giorno dopo è appassito ma io ho portato il suo polline in tutti i campi verdi. Non ho mai saputo il suo nome ma non potrò mai scordare il suo profumo.
Ape

lunedì 22 maggio 2006

[baciami molto]

Le canzoni, come i baci, non sono uguali anche quando sono le stesse. Dipende da chi le bacia, ehm, da chi le canta. L'intensa sobrietà attraverso la quale Césaria Évora esprime la passione il timore il rimpianto il desiderio scavalca l'ossimoro e invade l'essere. Pervade i sette o otto o nove sensi mentre scende a toccare il pulsare vivo che si fa liquido nel ricordo di ogni istante condiviso e passato, che si fa macigno negli interrogativi senza risposta, che si fa lama tagliente nella sospensione del vivere, in attesa di chissà quali eventi o parole laddove quelle che contano dicono solo e semplicemente baciami molto come se stanotte fosse l'ultima volta.

lunedì 15 maggio 2006

[occhi]

È il luccichio blu dal cuore dei sogni quello che conta. Guarda gli occhi, osserva se brillano ancora e avrai la tua risposta. Non vale farlo nei giorni di febbre da influenza.

mercoledì 10 maggio 2006

[tango]

Libertango (scrive Albamarina) inizia con una scossa, che immobilizza l'animo e acuisce i sensi. Come un serpente di cui non conosci la pericolosità ma che attrae irresistibilmente. Aspetta... aspetta il momento, non ha alcuna fretta. Cattura, la magia del tango. Straziante ed eccitante al tempo stesso. Tra una sincope e l'altra, iniziano a farsi strada gli archi. Accarezzano, avvitano in una spirale sensuale e sinuosa, ti prendono la mano e ti fanno sentire la leggerezza dello sfiorar dei sensi. Si alzano e si abbassano come un sottile velo di seta nera che ondeggia per confondere e stordire. Il respiro si interrompe senza volontà, solo per un attimo, e aspetta che accada. E infatti accade... la fisarmonica, che prima scandisce il battito, morde improvvisa come un amante troppo focoso. Ingrossa il respiro, dilata la percezione dei suoni. Quanto basta per ingrandire il passaggio delle emozioni e il fluire dei sensi, per lasciar spazio al cuneo del suo suono che, ruvido e prepotente, si porta via le ultime resistenze. Cattura, ipnotizza, strappa e riavvicina. Ondeggia nell'animo, come una burrasca desiderata e breve, che si assapora con frenesia e si fatica a lasciar andare...
Albamarina

venerdì 5 maggio 2006

[mi rimpiangerai]

(scrive Nella colonia penale) caratteristico dell'amante respinto, non è soltanto il rimprovero rancoroso di chi si vede disprezzato, ma c'è dentro anche l'affetto vero di chi pensa che anche la persona amata sarà defraudata di un futuro felice, di una vita realizzata, di una pienezza di senso se persiste in un rifiuto che sembra talmente incredibile da essere quasi il frutto di un equivoco. Allora l'amante prova una trepidazione vera che riguarda naturalmente lui stesso, ma soprattutto la persona amata, che gli sembra essere in pericolo; "mi rimpiangerai" vuole solo tentare l'estrema carta per l'altrui bene, poiché naturalmente per la persona amata si desidera solo la felicità.
nellacoloniapenale

martedì 2 maggio 2006

[mio/tua, mia/tuo]

La grammatica dell'interezza prevede l'aggettivo o pronome possessivo reciproco e biunivoco, che diviene riflessivo a distanza ravvicinata, quando lo sguardo rimbalza di palpito in pupilla insieme alla temporanea fusione delle identità.