mercoledì 29 settembre 2004

[ti amo]

Notturno. Tutto quello che so (scrive Alice Avallone) è che lo amo. Forse il più bello, forse il più profondo, senz'altro il più rapinoso amore. Con le mie gambe nude intrecciate alle sue, i piedi che viziosi le lisciano, quei miei baci sulla sua pelle umida e calda. A lungo, a lungo, lentamente. Ingordi, ardenti, complici. Lo guardo di nascosto sotto i capelli, e gli sorrido sopra i suoi occhi persi nei miei beati. Nulla intorno, solo io e lui. - Ti amo - Anche io - Timida - Ti amo - E poi le dita giù feline per la schiena prima, e tra le labbra dopo. Com'è bella questa notte, con questo suo odore intenso che mi sento addosso e non si scolla.
Alice Avallone

mercoledì 22 settembre 2004

[gastronomica sensualità]

Avete mai pensato (scrive Mitì Vigliero) quanto sia sensuale la cucina? Quanto siano simili in qualche modo il cibo e l'amore? In fondo Gola e Lussuria sono molto legati; a volte si mangia (a tavola) con un misto di erotismo e piacere: quando assaggiamo qualcosa che ci piace spesso reagiamo estasiasti socchiudendo gli occhi e mugolando "Mmmmh, che buono!".
Entrambi, la Gola e la Lussuria, sono definiti "peccati della carne", e la parola "carnalità" deriva dal latino dell'Ecclesiaste carnalitas, "concupiscenza", sì, ma derivato sempre da caro carnis, "carne", componente fondamentale sia del corpo umano che dei menù nonché - proprio per questo? - proibita nei cristiani giorni di penitenza in cui si deve mangiare di magro. E anche "astinenza" si usa allo stesso modo nel doppio senso...
Pensate solo all'uso dei termini comuni; "fame", ad esempio. Dire alla persona amata "Ho fame di te". Oppure pensiamo ai verbi che usiamo normalmente riferendoci al cibo: succhiare, leccare, mordere, inghiottire, lambire, suggere... E lo stesso "mangiare": "Ti mangerei di baci". Sono indubbiamente parole "voraci"; da vorax voracis, a sua volta derivato da vorare, "divorare".
"Voraci" come un bacio, appunto...
Placida Signora

lunedì 20 settembre 2004

[condivisione]

Ricordo la prima volta che le tue labbra incontrarono le mie più intime:
Io(occhi spalancati): «Voglio farti sentire le stesse cose...»
Tu(sorriso): «Ma io le sento.»

venerdì 17 settembre 2004

[abbraccio]

Il vero abbraccio è quello che sa regalarti un istante di benessere, farti capire che puoi abbandonarti un momento perché ti fidi, anche senza sapere perché...